Museo dell’Acqua a Casale Cremasco

Il Parco ha potuto realizzare questo centro Parco grazie alla collaborazione della Società Egidio Galbani S.p.A che ha reso disponibili le aree.

Il Centro Parco “Museo dell’acqua” è posto a pochi passi dalla riva del fiume, a Casale Cremasco/Vidolasco (CR), nelle vicinanze dello stabilimento della Soc. Galbani SpA e del depuratore consortile. Le strutture sono due piccoli rustici ristrutturati dal Parco che suggeriscono l’idea progettuale di uno spazio museale chiuso ed aperto insieme.

La struttura museale è occupata da esposizioni permanenti sul tema dell’acqua, che vanno dalla storia del fiume, narrata dai ciottoli e dal suo continuo divagare, al rapporto tra l’uomo e l’acqua, alle opere idrauliche che caratterizzano il paesaggio cremasco: accanto alle esposizioni permanenti un laboratorio didattico ove effettuare esperienze.

Il museo dell’acqua di Casale cremasco (scarica la mappa)

Per favorire la visita in autonomia dei luoghi da parte dei fruitori è stato realizzato un sistema di audio – video – guide, i cui contenuti sono scaricabili anche dal sito del Parco.
Interessante notare che il Museo rappresenta un punto di interesse proprio per la sua collocazione territoriale con nelle vicinanze l’utilizzo industriale dell’acqua, l’utilizzo agricolo con le palate sul fiume Serio e l’utilizzo energetico a fronte della presenza di due centrali mini idroelettriche per la valorizzazione energetica di due “palate” (traverse fluviali già esistenti a scopo di derivazione irrigua): la Palata Babbiona e la Palata Malcontenta.
Lo scopo è la valorizzazione dell’elemento acqua come componente fondamentale che concorre al disegno del paesaggio planiziale nelle sue varie funzioni: idrogeologica, ambientale, naturalistica, irrigua, agricola e per uso idroelettrico. Il fiume quale elemento idrografico principe, ma anche tutto il sistema irriguo minore, secondario e terziario, le teste e le aste di fontanili, le zone umide, le marcite, etc.
La presenza dell’acqua quale elemento fondamentale di rapporto fra l’uomo ed il suo territorio, che si estrinseca attraverso l’evoluzione naturale e artificiale degli ambienti, l’opera dell’uomo, i manufatti, la storia. Importante anche la presenza
del depuratore consortile gestito dalla società Galbani, che può essere visitato su prenotazione dalle classi, nell’ambito della tematica del ciclo delle acque.
In uno dei due spazi espositivi destinati al percorso museale sono stati realizzati dei diorami con ambienti caratteristici e pannelli didattici, spazi minimi confinati e riservati alle esperienze sensoriali, oltre a due postazioni multimediali. Nella porzione a nord del complesso del museo, viceversa, sono stati collocati gli spazi per la didattica, attrezzati come laboratori nei quali fare esperienze dirette sul tema dell’acqua.
Il Museo è situato vicino al piccolo Centro Parco “Salice bianco” (dove è presente un bosco didattico) e ad aree di sosta attrezzate per la fruizione pubblica, . Inoltre, con la realizzazione della passerella ciclopedonale di collegamento fra i Comuni di Sergnano e Casale Cremasco, si è ottenuto il risultato di connettere l’intero sistema museale dell’alto cremasco, per cui, partendo da Crema e dopo aver visitato il suo museo, percorrendo il sistema dei percorsi protetti esistenti, è possibile arrivare fino a Pianengo, visitare la Riserva Naturale della Palata Menasciutto, dirigersi verso nord, verso il Comune di Sergnano, sostare a visitare il Santuario secentesco della Madonna del Binengo, che tanta parte della sua storia lega al fiume (ricordiamo la leggenda del ritrovamento della statua votiva ancora esposta nella piccola chiesetta devozionale); proseguendo verso nord ed attraversando il fiume sulla passerella appoggiata al vecchio ponte esistente, si arriva a Casale Cremasco, al centro parco “Salice bianco” , al Museo dell’Acqua e poi, attraverso sentieri esistenti di norma utilizzati per l’accesso ai fondi agricoli, si può arrivare fino a Ricengo e visitare nuovamente la Riserva Naturale Palata Menasciutto in sponda sinistra.
L’area esterna all’edificio è stata immaginata come un’aula all’aperto, un “ecomuseo”, dove proseguire la rappresentazione dell’acqua, con la creazione di una piccola zona umida (marcita), uno stagno ad acque basse con vegetazione acquatica utile anche per illustrare il funzionamento del sistema della fitodepurazione, la vegetazione acquatica e il bosco ripariale presente sulle sponde del fiume Serio.